I negazionisti dell'ADHD: Beppe Grillo
Come se la vita di un'ADHD non fosse già abbastanza complicata
La vita di una persona ADHD – come le vite di chiunque non appartenga ai canoni dominanti del momento – è già abbastanza difficile di suo e non avrebbe bisogno di altre complicazioni inutili.
Eppure le trovi sempre, dappertutto.
A volte ci si mettono pure i comici. O i politici. O i comici politici. Insomma, persone con enorme visibilità che, come accade spesso, parlano di cose che non sanno o non hanno approfondito. Già: forse non ci crederai, ma esistono persino le persone negazioniste dell’ADHD.
Un po’ ne avevo avuto sentore dalle classiche cose che ti senti dire, tipo “va be’, ma siamo tutte un po’ così, dai”. Ma poi ne ho avuto la conferma scavando a fondo, stimolato da una conversazione sull’ADHD sui social. Fabio mi ha scritto: “La prima volta che sentii parlare di questa neurodivergenza fu proprio durante uno degli spettacoli di Beppe Grillo. Presentava l’idea delle pillole per l’ADHD come simbolo di un capitalismo sfrenato, intento a inventare malattie ogni giorno per creare un popolo di automi privi di responsabilità”.
“All’epoca – era il periodo immediatamente precedente al primo Vaffa Day”, prosegue Fabio, “Grillo appariva come una figura quasi messianica per una parte d’Italia, parte in cui mi riconoscevo anch’io. Quelle parole, lanciate con superficialità da un comico, mi portarono a considerare l’ADHD una sciocchezza per anni. Solo oggi, dopo oltre 20 anni, ho scoperto di esserne affetto e ho intrapreso un percorso per ottenere una diagnosi. Venti anni sprecati per aver dato credito alle parole di un guru”.
Sono andato a controllare.
In effetti erano i primi anni del 2000. Alcuni frammenti dello spettacolo di cui parla Fabio sono ancora disponibili online. Nel frammento che vedi qui sopra c’è proprio Grillo che fa il suo pezzo sull’ADHD, se la prende con il Ritalin e con la Novartis, ridicolizzando l’idea stessa che si possano diagnosticare quelli che per lui sono “bambini vivaci” come ADHD.
“A milioni di bambini in America, tra i 6 e i 12 anni, ai bambini agitati, danno una pastiglia, il Ritalin”, dice Grillo, che poi ho trovato citato anche in un documento dell’associazione Giù le mani dai bambini (le parole tutte in maiuscolo sono del documento e vi si trovano citati cantanti come Branduardi o Povia, ma anche professionisti del settore). E prosegue: “è un derivato dell'amfetamina, se la prendo io cammino sul soffitto, se la dai a un bambino, che ha il metabolismo accelerato, si seda! Adesso hanno iniziato a fare i test nelle scuole per dare la pastiglia. Le domande sono del tipo: TUO FIGLIO SI AGITA SULLA SEDIA? Ma io ho sei figli, si agitano tutti, e mica solo sulle sedie, allora gli devo dare lo psicofarmaco anche a loro! Oppure: perde spesso le cose? Dà la risposta prima che l'insegnante abbia finito di fare la domanda? Ma qui allora tutti i bambini in Italia bisogna rinchiuderli in ospedale perché sono tutti malati di mente! Ma questo è criminale... GIÚ LE MANI DAI BAMBINI!”.
Facciamo un bel respiro, perché si fa enorme fatica a smontare la retorica di queste affermazioni e a fare ordine: Grillo sa come far funzionare un monologo.
Eppure basterebbe cominciare da “se la prendo io cammino sul soffitto”: falso. La prendo, ti assicuro che non cammino sul soffitto. O dal fatto che non è affatto vero che la diagnosi di ADHD si fa con quelle due o tre domande: è un percorso. O ancora: il metilfenidato non è un’anfetamina. E via dicendo.
Ma intanto lo spettacolo è stato fatto, con più repliche. L’idea si è diffusa. Il danno è fatto. Mi sono chiesto: com’è possibile che funzioni una cosa simile? Così ho riguardato alcuni spettacoli di Grillo. Su YouTube si trova, integrale, Timeout (2000). In quello spettacolo Grillo non parla direttamente dell’ADHD, ma quando cita le malattie e i farmaci dice: “i farmaci che sono uno dei grandi, dei grandissimi problemi perché si arrivano a crearla la malattia, porca putt*na, c'è da stare attenti”.
Usa retoriche da “uomo della strada”, un presunto buonsenso, la frase reiterata “non invento niente”. Piano piano ho riconosciuto meccanismi che si vedono in atto anche oggi su altri temi. Tre dinamiche che, messe insieme, hanno un effetto letale.
Guru + bambini + big pharma: tre dinamiche letali
L’effetto guru + i bambini + big pharma ed ecco fatto: il mix perfetto per non capirci più niente. E per rovinare la vita alle persone che, invece, hanno diagnosi reali e bisogni di terapie comportamentali e farmacologiche. Vediamole una alla volta.
L’effetto guru. È un problema enorme. Persone con enorme visibilità dicono cose del tutto errate o parzialmente vere o esagerate: succede in ogni ambito e disciplina. Lo fanno perché ci credono veramente? Per attivismo? Perché funziona nel loro mondo? Per attirare l’attenzione? Per soddisfare l’algoritmo o il pubblico di uno show? Non si sa e non è nemmeno importante conoscere la reale motivazione. Fatto sta che chi ha grande visibilità ha enormi responsabilità. Chi segue queste persone crederà alle loro parole: capiamoci. Non è che uno possa andare a verificare proprio tutto, no? E dunque, chi parla di un argomento avrebbe il dovere di documentarsi prima, adeguatamente.
I bambini. Be’, i bambini sono un elemento perfetto in qualsiasi narrazione, meglio ancora in uno slogan. Se la retorica si sposta sui bambini, a molta gente si chiude la vena – anche giustamente eh – e non si rimane lucidi. Come fai a dire di no a chi dice “Giù le mani dai bambini”? È uno slogan perfetto, vai a smontarlo! Dovresti dire, per esempio, che chi dice giù le mani dai bambini sta già usando i bambini. Che giù le mani dai bambini significa anche che se una bambina è ADHD ha bisogno di un sostegno adeguato alla sua condizione, per esempio. Ma vaglielo a spiegare al guru che ha già deciso che l’ADHD non esiste e la usa per far ridere. E prova ad argomentare con calma con chi segue il guru.
Il capitalismo e l’industria farmaceutica. In un mondo complesso, dove non ci sono i buoni tutti da una parte e i cattivi tutti dall’altra come in un vecchio film ma ci sono un sacco di scale di grigi, è difficile orientarsi. Aggiungiamoci che l’industria farmaceutica non è esattamente immacolata: citerò un caso emblematico su tutti: quello della famiglia Sackler, già condannata a risarcire 7,4 miliardi di dollari per una storia terribile, legata agli oppiacei. Aggiungiamoci il capitalismo. In un mondo in cui bisogna per forza estrarre valore e fare profitto, in un mondo in cui c’è chi pretende di estrarre valore anche dalla salute delle persone – sì, pure dei bambini – le due dinamiche guru+bambini attecchiscono per forza di cose. Perché se big pharma l’ha fatto una volta, allora lo rifarà.
Chi ci rimette?
Ovviamente ci rimettono le persone ADHD, bambine o adulte che siano. Le persone come Fabio, come me, come Anna, come te che ci leggi se hai avuto la diagnosi. Giù le mani dalle persone, bisognerebbe dire. Perché siamo in presenza di evidenze scientifiche
che spiegano come l’ADHD sia di origine genetica (Faraone & Larsson, 2019, dimostrano che l’ADHD è altamente ereditabile, con una stima di rischio dovuto a fattori genetici fra il 76 e il 90 per cento)
che dimostrano ci sono geni specifici legati alla regolazione della dopamina; che le persone ADHD presentano differenze di funzionamenti in alcune aree cerebrali
che dimostrano che i sistemi di regolazione della dopamina e della noradrenalina influenzano concentrazione e autoregolazione.
Incredibilmente, come se il passato non fosse esistito, sul blog di Beppe Grillo oggi, in un pezzo del 2024, si parla di ADHD ammettendone l’esistenza (!!), ma suggerendo di non concentrarsi sulle diagnosi formali. Quindi, l’ADHD è una moda, anzi no, esiste ma non fatevi fregare dalle diagnosi formali (perché, mi chiedo, esistono anche quelle informali?).
Capite bene che quando si legge e si sente tutto e il contrario di tutto, è difficile orientarsi. Chi parla alla pancia delle persone avrà la meglio sulla maggioranza delle persone. Perché informarsi correttamente costa fatica e tempo. O, più banalmente, non sempre si hanno gli strumenti e il senso critico per interpretare la complessità della realtà su tutti i temi dello scibile.
La neurodivergenza non si può spiegare in un monologo, in uno spettacolo comico e nemmeno in un opuscolo negazionista.
Posso dire: che fatica?
🛠️ Tips wow – Strumenti: matrice di Eisenhower
Tra gli strumenti più utili per una persona neurodivergente, quelli sull’organizzazione occupano i primi posti dei desiderata. La nostra scarsa capacità di gestire tempo e risorse ci impedisce di dare le giuste priorità alle cose da fare. È qui che entra in gioco la matrice di Eisenhower, un metodo per definire cosa fare e quando. Funziona così:
Si disegnano 4 quadranti un po’ più belli dei miei e si assegna a ognuno un’attività. Nel primo quadrante in alto a sinistra vanno le priorità assolute, cioè quelle attività che sono sia importanti che urgenti. Nel secondo quadrante in alto a destra quelle importanti ma non urgenti, nel quadrante in basso a sinistra quelle urgenti ma non importanti e ultimo degli ultimi il quarto quadrante, dedicato alle attività non importanti e non urgenti. Ovviamente va fatta prima una lista delle cose da fare su tutto lo scibile della nostra vita: lavoro, impegni, commissioni, compiti, scadenze, hobby, famiglia.
In quanto ADHD, saremo quasi sempre propense a gestire il quarto quadrante come se fosse il primo: fare attività non importanti e non urgenti come se fossero di vitale importanza. Ad esempio: sistemare la scrivania - e a ruota la libreria, lo studio, la camera - anziché lavorare. È chiaro che sistemare la scrivania è importante, specie se si tende a lavorare nel caos, ma di certo è più urgente rispettare le scadenze lavorative. Quando invece le nostre energie sono ai minimi termini, sarà importante e urgente prendersi del tempo per riposare, piuttosto che finire di rispondere alle mail.
Questo per dire che l’etichetta importante e urgente è del tutto soggettiva. Si tratta di allenare il muscolo decisionale e trovare strategie di sopravvivenza all’eterna procrastinazione.
📖 Dizionario divergente
Ogni settimana scegliamo una parola che racconta il mondo Atipiche.
Noradrenalina: è un neurotrasmettitore che coinvolge parti del cervello dove risiedono i controlli dell’attenzione e della reazione. Tra le sue funzioni c’è quella di bloccare le distrazioni e di rimanere concentrati. La noradrelina, manco a dirlo, è carente nelle persone ADHD. Ciò fa sì che la regolazione agli stimoli sia alterata e che la persona ADHD abbia enormi difficoltà di concentrazione. Non solo: a fronte di input diversi non riesce a dare una priorità agli stimoli (esterni o interni), il che genera a sua volta un senso di sopraffazione e caos mentale.
Per questo venerdì è tutto. Grazie per aver tenuto botta fino a qui (stavolta c’era mio marito, che sa essere impegnativo) e grazie grazie grazie per il tuo sostegno. Alla settimana prossima!
Anna
Quello che conta oggi in Italia è che l'ADHD è un disturbo riconosciuto dalla "Sanità Pubblica".
Che viene diagnosticato dalla "Sanità Pubblica".
Che viene curato come terapia farmacologica e psicologica dalla "Sanità Pubblica" (a macchia di leopardo nel territorio nazionale).
Questo da sicurezze a chi affida la propria salute alla "Sanità Pubblica".
Poi sappiamo perfettamente che c'è chi affida la propria salute ai vari guru dei social o della tv.
Ognuno fa le proprie scelte e si "deve" prendere le relative responsabilità.
Nel 2025 fortunatamente c'è più consapevolezza e cultura diffusa sull'ADHD rispetto al 2005.