ho avuto da poco la mia diagnosi, ma già da prima leggevo ogni singola puntata di questa newsletter! È utilissimo per me leggervi, soprattutto ora che sono all’inizio di questo percorso di conoscenza di me stessa. grazie! :)
Molto interessante leggere della fatica che una persona con ADHD può incontrare nella gestione delle emozioni. Mi ha colpito in particolare lo scatto d’ira improvviso che impiega ore a stemperarsi… dev’essere davvero difficile da gestire!
Mi ha intenerita il passaggio in cui si accosta la descrizione delle emozioni al genere romance. Io scrivo romanzi d’amore che non sono veri e propri romance (magari lo fossero: venderebbero molto di più!), e ti dirò… più che descrivere le emozioni, cerco di scavare in profondità nell’effetto che provocano sul corpo e nei pensieri che innescano, per far sì che il lettore possa immergersi completamente nell’esperienza emotiva. A questo proposito, trovo molto utile l’Atlante delle emozioni umane edito da UTET.
Mi permetto solo una piccola riflessione: forse, a volte, si rischia di sottovalutare i romanzi che mettono al centro i sentimenti, come se fossero un genere “minore”. Ma se — come giustamente dici nella newsletter — le emozioni sono così centrali nella vita di ciascuno, allora anche raccontarle in profondità, attraverso la narrativa, merita attenzione e rispetto. Lo dico con spirito di dialogo, perché credo molto nel valore di ciò che ci fa sentire.
Ammetto che detta così può sembrare minimizzante. Quello che volevo dire è che tra Elinor e Marianne di Ragione e Sentimento io sono sempre stata Elinor, la ragione. Ancora adesso sono più Elinor che Marianne, perché nessuno mi ha mai insegnato nulla sulle emozioni. Una fatica indegna, che pago a suon di fatture alla psicologa.
I romance sono necessari, così come i romanzi d'amore. E non solo per i numeri impressionanti che stanno facendo.
Non mi rimane che chiederti quale dei tuoi romanzi mi consiglieresti per scavare e affrontare emozioni scomode, così me lo vado a leggere :)
Cara Anna, che gentile! Tra i miei romanzi pubblicati, quello che tira in ballo emozioni scomodissime è "Pietà del nostro mal perverso" (Ed. IoScrittore) dove narro dell'amore di Paolo e Francesca, ma con un finale diverso. Se vorrai leggerlo, fammi sapere se le mie pagine riescono a trasmetterti emozioni.
Tra Elinor e Marianne, io... No, io sono sempre stata Margaret, la terza sorella che sale sugli alberi e capisce i sentimenti altrui prima che le persone stesse ne siano consapevoli. Di questa capacità (che mi pareva una croce pesantissima) ne ho fatto la mia forza con la scrittura. Avrei potuto anche fare la psicologa, ma occorre un po' di diplomazia, cosa di cui sono sprovvista... E ho preferito studiare i farmaci perché la chimica riesce a trasmettermi una certa calma. La chimica come materia...non come droghe assunte ☺️
Comunque Atipiche mi piace un sacco... e ora che ci penso, metterò questa pagina tra i consigli❤️
Sulla velocità della lettura, in generale: considero la lettura "per piacere", appunto un piacere e la lentezza è una conditio sine qua non... Aborro i corsi di lettura veloce: all'università ho imparato a rallentare la lettura per comprendere maggiormente il testo.
E sui propri tempi: viviamo in una società dove la performance invade qualsiasi campo, persino quello di gesti antichi e lenti come quello del leggere. Ma che noia! Viva il vivere coi propri tempi ❤️
ho avuto da poco la mia diagnosi, ma già da prima leggevo ogni singola puntata di questa newsletter! È utilissimo per me leggervi, soprattutto ora che sono all’inizio di questo percorso di conoscenza di me stessa. grazie! :)
Ma che meraviglia, grazie! Che viaggio, quello della consapevolezza neurodivergente. Allaccia bene le cinture di sicurezza :)
Molto interessante leggere della fatica che una persona con ADHD può incontrare nella gestione delle emozioni. Mi ha colpito in particolare lo scatto d’ira improvviso che impiega ore a stemperarsi… dev’essere davvero difficile da gestire!
Mi ha intenerita il passaggio in cui si accosta la descrizione delle emozioni al genere romance. Io scrivo romanzi d’amore che non sono veri e propri romance (magari lo fossero: venderebbero molto di più!), e ti dirò… più che descrivere le emozioni, cerco di scavare in profondità nell’effetto che provocano sul corpo e nei pensieri che innescano, per far sì che il lettore possa immergersi completamente nell’esperienza emotiva. A questo proposito, trovo molto utile l’Atlante delle emozioni umane edito da UTET.
Mi permetto solo una piccola riflessione: forse, a volte, si rischia di sottovalutare i romanzi che mettono al centro i sentimenti, come se fossero un genere “minore”. Ma se — come giustamente dici nella newsletter — le emozioni sono così centrali nella vita di ciascuno, allora anche raccontarle in profondità, attraverso la narrativa, merita attenzione e rispetto. Lo dico con spirito di dialogo, perché credo molto nel valore di ciò che ci fa sentire.
Ammetto che detta così può sembrare minimizzante. Quello che volevo dire è che tra Elinor e Marianne di Ragione e Sentimento io sono sempre stata Elinor, la ragione. Ancora adesso sono più Elinor che Marianne, perché nessuno mi ha mai insegnato nulla sulle emozioni. Una fatica indegna, che pago a suon di fatture alla psicologa.
I romance sono necessari, così come i romanzi d'amore. E non solo per i numeri impressionanti che stanno facendo.
Non mi rimane che chiederti quale dei tuoi romanzi mi consiglieresti per scavare e affrontare emozioni scomode, così me lo vado a leggere :)
Cara Anna, che gentile! Tra i miei romanzi pubblicati, quello che tira in ballo emozioni scomodissime è "Pietà del nostro mal perverso" (Ed. IoScrittore) dove narro dell'amore di Paolo e Francesca, ma con un finale diverso. Se vorrai leggerlo, fammi sapere se le mie pagine riescono a trasmetterti emozioni.
Tra Elinor e Marianne, io... No, io sono sempre stata Margaret, la terza sorella che sale sugli alberi e capisce i sentimenti altrui prima che le persone stesse ne siano consapevoli. Di questa capacità (che mi pareva una croce pesantissima) ne ho fatto la mia forza con la scrittura. Avrei potuto anche fare la psicologa, ma occorre un po' di diplomazia, cosa di cui sono sprovvista... E ho preferito studiare i farmaci perché la chimica riesce a trasmettermi una certa calma. La chimica come materia...non come droghe assunte ☺️
Comunque Atipiche mi piace un sacco... e ora che ci penso, metterò questa pagina tra i consigli❤️
Che cara, grazie❤️ Messo il tuo romanzo tra i libri da leggere. Ti farò sapere appena lo leggo (temo tra qualche mese, considerati i tempi ADHD).
Grazie!
Sulla velocità della lettura, in generale: considero la lettura "per piacere", appunto un piacere e la lentezza è una conditio sine qua non... Aborro i corsi di lettura veloce: all'università ho imparato a rallentare la lettura per comprendere maggiormente il testo.
E sui propri tempi: viviamo in una società dove la performance invade qualsiasi campo, persino quello di gesti antichi e lenti come quello del leggere. Ma che noia! Viva il vivere coi propri tempi ❤️