ADHD e maternità
Essere madre o padre può far esplodere la propria neurodivergenza. Provare per credere.
Se ai corsi pre-parto ti dicessero la verità sulla maternità, la razza umana si estinguerebbe nel giro di qualche decennio. Il motivo non è solo il dolore del parto in sé (il cui ricordo col cavolo che scompare alla vista del figlio, diventa solo il male minore). Essere madre, ma anche padre, è terrificante e sconvolgente: non solo hai la responsabilità a vita di un altro essere umano, ma quell’essere umano piomba nella tua quotidianità privandoti di tutti gli spazi e i luoghi che a fatica ti eri costruita. Il tuo corpo diventa il suo nido, le tue tette il suo nutrimento, la tua voce il suo ansiolitico.
Ricordo ancora con angoscia la sensazione che provai la prima settimana di vita di mia figlia: davvero i miei giorni saranno sempre così, tutti uguali e senza soluzione di continuità? Allatta, culla, cambia il pannolino, tenta di addormentarla? Per giorni provai un vero e proprio horror vacui. Forse è il temibile baby blues, pensavo.
Le equilibriste
Essere madre, oggi, è una sfida senza precedenti. Siamo la prima generazione a voler essere une, trine e pure ubique. Siamo madri presenti, attente al nutrimento del corpo, della mente e dello spirito della nostra progenie, alla ricerca costante di un equilibrio tra lavoro e vita privata e con un inquilino impossibile da sfrattare: il senso di colpa. Abbiamo dei compagni con cui condividiamo quasi alla pari le incombenze della genitorialità, molto meno il carico mentale e il lavoro domestico. Il lavoro di cura ci schiaccia, eppure non molliamo di un centimetro. Anche in pieno burnout, mammaaaa! sarà la prima parola che chiunque, in casa, pronuncerà. E noi, mosse dal fuoco sacro di un ruolo imposto da secoli di patriarcato, saremo pronte a rispondere.
C’è un report annuale sulla maternità che tuttə dovrebbero leggere, è redatto da Save the Children Italia e ha un titolo che è il perfetto sunto di cosa voglia dire essere mamme oggi: Le equilibriste (la maternità in Italia nel 2025)1. Anche quest’anno non ne usciamo benissimo. Appare per la prima volta il neologismo child penality, che è un po’ quello che pensa ogni madre ma non ha il coraggio di esplicitare, cioè che avere figli ti penalizza solo se sei donna: lavori meno e peggio (o non lavori affatto), sei più a rischio povertà, specie se sei una madre single, e vivi in costante affanno a causa della mancanza di servizi e di una rete sociale a misura di famiglia.
Questo se sei una donna e madre neurotipica. Immaginatevi cosa possa voler dire essere donna, madre e ADHD.
Volevo essere una dura. Poi è arrivata mia figlia
La gravidanza e il parto sono un evento impattante per la maggior parte delle madri. Per le donne neurodivergenti equivale a una specie di detonazione nucleare. Va bene giusto durante i nove mesi di gravidanza, quando i sintomi nucleari dell’ADHD diminuiscono a causa dell’aumento degli estrogeni. Poi l’idillio finisce, e anche piuttosto bruscamente. Nel periodo postnatale, i livelli di estrogeni diminuiscono radicalmente e con essi anche i livelli di dopamina, con conseguenti stati depressivi. Nelle donne neurotipiche si parla, appunto, di baby blues, un evento fisiologico che tocca tutte e su cui si sorvola come se fosse uno dei tanti danni collaterali della maternità: hai voluto un figlio? Mo’ stacce. Per le madri neurodivergenti deve ancora essere inventato un neologismo che renda l’idea di quanto siano impattanti le settimane successive al parto.
Agli ormoni si aggiunge il carico emotivo e mentale di gestire un neonato: sonno interrotto o insufficiente, stanchezza fisica, sovraccarico sensoriale, impossibilità di fermarsi anche solo per fare una doccia, figurarsi per mangiare un pasto completo. E noi sappiamo che quando le abitudini da persone ADHD vengono stravolte, il nostro cervello salta: la scienza conferma che il periodo postnatale influenza le capacità funzionali che le donne con ADHD cercano di raggiungere per tutta la vita.2
Se poi decidiamo di interrompere l'assunzione dei farmaci per allattare, i sintomi dell'ADHD possono ripresentarsi come un ex tossico che pensavi fosse sparito dalla tua vita. Ed è un attimo entrare nel circolo vizioso: i sintomi dell'ADHD sono simili a quelli depressivi e i sintomi dell'ansia sono offuscati da quelli dell'ADHD. Tu stai male e non sai più distinguere cosa prevale, se l’ADHD o la depressione. Il che si traduce nella maggior parte dei casi in diagnosi post partum sbagliate: ansia e depressione a causa di elevato stress familiare, per esempio. Che è poi quello che è stato diagnosticato a me, tra parentesi.
A molte donne ADHD nel periodo postpartum viene diagnosticata la depressione, perché i medici non conoscono le caratteristiche specifiche dell'ADHD e si concentrano solo sui disturbi che si accompagnano al disturbo da deficit dell’attenzione. La conseguenza è che molte donne e neo madri vengono curate e trattate nel modo sbagliato.
L’ADHD e la maternità sono incompatibili?
Dopo le prime settimane va meglio, giuro. Si rientra in una pseudo-routine, si impara a conoscere meglio i propri figli, si obbliga il proprio compagno a cambiare i pannolini e a tenere a distanza le nonne. Ci si ingegna a prendersi degli spazi e a trovare strategie genitoriali creative. Col secondo figlio, poi, non esistono più principi pedagogici montessoriani: vale la legge della giungla, dove l’unica cosa che conta è la sopravvivenza della mamma ADHD. Chiedete a mio marito se è stato felice di dormire per due anni in quattro in un lettone a tre piazze. Io molto, perché mi permetteva di non alzarmi durante la notte per allattare, cullare, rassicurare e ritrovare ciucci.
Mia figlia Gaia e mio figlio Alessandro sono le mie persone preferite al mondo, eppure so che spesso devo prendere le distanze da loro, perché mi fanno smattare. Essere una madre ADHD significa riconoscere l’importanza della propria persona a prescindere dai figli. Vuol dire chiedere aiuto prima di esplodere, trattarli da persone prima che da bambini: se la mamma ha bisogno di isolarsi, si esplicita questo bisogno. “Quando la mamma è in camera con la porta chiusa, potete entrare solo se va a fuoco la casa” è una frase comprensibile dai tre anni in su.
Essere una madre ADHD significa fare pace con la propria iperattività o indirizzare la propria attenzione su qualcosa di utile in quel momento: la ricerca di un family hotel, di una tata, del passeggino migliore per fare trekking in montagna. Questo per dire che ADHD e maternità non sono incompatibili. Lo è semmai fare figli in Italia nel 2025, un paese per cui procreare è una priorità, ma solo se pensi tu a tutto il resto.
🛠️ Tips wow – Strumenti per genitori
Per crescere una figlia o un figlio non serve molto, eppure serve tutto. Questo è il mio personalissimo kit di sopravvivenza per genitori felici.
Ciuccio e allattamento sono compatibili, a patto di propinare il ciuccio solo dopo che l’allattamento è ben avviato. Togliere il ciuccio sarà un dramma, ma è fattibile. Se siete delle talebane della tetta e non volete il ciuccio, sappiate che vi aspettano infiniti milk-stop fino ai due anni circa.
Diffidate dei giochi sonori, vi porteranno all’esasperazione dopo pochi minuti, ma pure di tutto ciò che è gioco “montessoriano”. Leggetevi direttamente Maria Montessori e risparmiate soldi.
Trovate un’amica, un vicino o una conoscente sui social che vi possa passare montagne di vestiti usati: i cambi armadi saranno molto frequenti, perché i bambini crescono a una velocità che non ti spieghi. Sarà uno scambio perpetuo che vi permetterà di risparmiare migliaia di euro e di fare del bene al pianeta. In alternativa, il web è pieno di siti e app di abiti usati per bambini.
Mettete in agenda un week-end all’anno (meglio due) in cui andare via col vostro o la vostra partner, senza figli: forse non lo sapete, ma ne avete bisogno. Io e mio marito ne facciamo almeno un paio all’anno e con le amiche mi ritaglio un fine settimana lungo, ogni anno, a novembre.
Scrivete tutto su calendari digitali, lavagne magnetiche o organizer da appendere: con i figli aumentano le incombenze, gli appuntamenti da ricordare, le visite da fare. Serve una strenua organizzazione tra partner.
Etichettate tutto, dividete gli oggetti per categoria e tenetevi sempre un cambio pronto quando uscite. Con i figli tutto deve essere facile e a portata di mano.
Scegliete posti con spazi all’aperto o sale giochi, che si tratti di un ristorante o una vacanza. Le case di amici sono il posto migliore per le cene (portatevi già il pigiama, così se fate tardi li infilate direttamente a letto), i family hotel, i campeggi o gli appartamenti sono la soluzione più comoda per le vacanze.
Quando state per esplodere, cambiate stanza e respirate. Chiamate la vostra migliore amica, mettete della musica e ballate con i vostri figli. Oppure scrivetemi, sarò ben contenta di leggervi e sapere che non sono sola.
Non ascoltate i consigli di chi vi dice come fare la mamma. Neanche i miei.
📖 Dizionario divergente
Ogni settimana scegliamo una parola che racconta il mondo Atipiche.
Iperfocusing: capacità di concentrarsi molto intensamente su un particolare compito. È una manifestazione tipica di uno dei sintomi nucleari dell’ADHD, la disattenzione. Anche se può sembrare una contraddizione, le persone ADHD hanno sia difficoltà a controllare l’attenzione, che la capacità di focalizzarla su un determinato compito fino a perdere la percezione del tempo e lo stimolo dei bisogni fisiologici.
Grazie per aver letto fin qui e per il tuo sostegno ad Atipiche!
A venerdì prossimo, un abbraccio.
Anna
https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/le-equilibriste-la-maternita-italia-nel-2025?_gl=1*1pflc5n*_up*MQ..*_gs*MQ..&gclid=CjwKCAjw_pDBBhBMEiwAmY02NpWnflYdGk1SM0fUD1YKnW6pcZBOtXZZJyv_UD8UX6x9YZprxpT93hoCl-0QAvD_BwE&gbraid=0AAAAAD-boFRjxRiaEUjPJWrvTyqMJaolu
https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC8385721/#ref2
Per vari motivi che non ti elenco, non sono diventata madre… Ci ho sofferto fino a quando la vita mi ha portato a fare l’insegnante, uno dei miei mille lavori. Ho capito di non avere nè abbastanza coraggio nè pazienza. Passi per i piccoli… ma gli adolescenti sono tante bombe H che esplodono continuamente. 😮💨io ho fatto fatica pur essendo quasi neurotipica.
Buongiorno Anna mi sto interrogando se sia giusto e cosa comporta condividere con i proprii figli la condizione neurodivergente dei genitori. Cosa ne pensa?